venerdì 7 dicembre 2007

Cultoon: canale digitale 703 di SKY

cartoni animati per tutti!


3… 2… 1… Cultoon! Il conto alla rovescia si è tenuto a casa mia per il 1° maggio 2007, Festa dei Lavoratori e giorno in cui sono partite le trasmissioni del nuovo canale digitale di SKY Italia dedicato ai cartoni animati ed in particolare alle anime giapponesi della fine anni settanta, primi anni ottanta. Mio marito, assolutamente entusiasta dell’evento, è tornato a vedere dopo molto tempo (non senza una visibile commozione) le serie TV che lo avevano appassionato da piccolo e con le quali è cresciuto. Io, anche se un po’ più distaccata, non ho potuto fare a meno di fermarmi incantata davanti a quei cartoni animati che, d’un tratto, erano spariti dai palinsesti televisivi e che avevano lasciato un vuoto incolmabile nella fervida fantasia dei bambini di quel periodo. Bambini che hanno mantenuto vivo il ricordo di quelle avventure di robot anche raggiunta l’età adulta: tutti si sono (ci siamo) trovati a fischiettare “Ufo Robot”, “Jeeg Robot D’Acciaio” o “Daitarn 3”, così come siamo rimasti estasiati davanti ad un poster o ad una qualsiasi immagine di “Actarus”, “Capitan Harlock” o “Candy Candy”.

Questa rete-vintage, ideata da David Bouchier, già creatore del canale per i più piccoli JimJam ed ex-direttore generale dei programmi SKY, va in onda 24 ore al giorno sul canale 703 di SKY ed è la prima rete della piattaforma satellitare con un palinsesto di cartoni animati rivolto soprattutto ad un pubblico adulto, che va dai 18 ai 40 anni, ma che sicuramente piacerà a tutta la famiglia. Nelle prime programmazioni siamo tornati a vedere gli episodi del pirata dello spazio “Capitan Harlock”, nella sua lunga lotta contro le agguerrite Mazoniane, creature aliene dalle sembianze di bellissime donne che vogliono conquistare la terra, dell’incubo di tutti i criminali “Fantaman” e del suo mortale nemico Dottor Zero (“Il mondo è mio” la sua invettiva - tormentone), dell’impavido “Conan”, sopravvissuto alla terza guerra mondiale, di cui andrà in onda la versione originale del grande autore giapponese Mihazaki: restaurata e ridoppiata, non è mai stata vista in Italia. Quindi, dall’America, l’invicibile “He-Man”, lo sceriffo del futuro “Bravestarr”, “Zorro” e “Lone Ranger”. Ma ancora anime giapponesi: il ragazzo androide “Kyashan”, che lotta contro i robot che si sono rivoltati all’autorità degli esseri umani, “Tekkaman”, che insieme ai Cavalieri dello Spazio deve difendere la terra dagli attacchi degli alieni di Waldaster, e i nove “Cyborg” che con i loro poteri speciali combattono contro antichi demoni risvegliati. Infine il mitico “Daitarn 3” di Aran Banjo che, insieme alle belle Beauty e Reika, il piccolo Toppy e il maggiordomo Garrison, lotta contro i Meganoidi, invasori alieni dal pianeta Marte capaci di trasformarsi in Megaborg, terribili mostri guerrieri.

Nella programmazione mancano ancora quelle serie dedicate maggiormente alle femminucce come Lady Oscar, Candy Candy, Heidi o Remì, che ci incantavano con le loro romanticissime storie, ma da Sky assicurano che nelle prossime settimane saranno messi in onda anche questi episodi e che i responsabili di Cultoon stanno cercando di reperire diversi classici anche al femminile. Altri cartoni presto giungeranno nella già nutrita famiglia di Cultoon, ma noi attendiamo soprattutto e con impazienza il ritorno del mito dei miti: quel Goldrake (con la leggendaria sigla “Ufo Robot”) che fu il primo ed indimenticato robot a scendere sulla terra e nella fantasia dei giovanissimi degli anni ‘70. A proposito di sigle: molti cartoni hanno mantenuto le sigle originali giapponesi, quindi non sentiremo quelle classiche in italiano di, ad esempio, Tekkaman o Daltanious, con mio sommo dispiacere! Anche se, a dire la verità, le sigle giapponesi hanno il loro fascino…

Il canale deve ancora prendere le misure con il suo palinsesto, ancora troppe repliche e spesso le puntate vengono trasmesse non in ordine cronologico, ma mi auguro che sia solo per una fase di assestamento: magari con l’arrivo di nuove serie, il palinsesto si stabilizzerà. Vi lascio una lista delle serie trasmesse sino ad oggi su Cultoon, chissà che non ci troviate il vostro eroe preferito…

Capitan Harlock
Fantaman
Tekkaman
Kyashan
Gordian
Conan, il ragazzo del futuro
Cyborg 009
Fat Albert
Daitarn 3
Hurricane Polimar
Daltanious
Ranma 1/2
Serial Experiment Lain
He-man
She-Ra
Bravestarr
Zorro
Lone Ranger
La Linea

giovedì 6 dicembre 2007

LadyHawke (R. Donner, 1985), DVD

LadyHawke, un classico tra i film romantici


Quando penso ad un film d'amore di quelli che sono veramente capaci di toccare il cuore, tra i primi che mi vengono in mente c'è sicuramente LadyHawke. Lo avrò visto tante di quelle volte… ma non me ne stancherò mai! Di recente ho acquistato anche il dvd, perché non volevo mancasse nella collezione di film della mia famiglia.Ambientato in un medioevo fantastico di dame bellissime, cavalieri senza macchia e senza paura ed incantesimi, questo film è la quintessenza del romanticismo nella storia di due amanti ostacolati nei loro sentimenti da un perfido maleficio. Uscito nel 1985 e girato per gran parte in Italia (nel castello di Torrechiara), conta un cast importante con attori del calibro di Rutger Hauer, nella parte del capitano Etienne Navarre, Michelle Pfeiffer, nella parte della bella Isabeau, la sua amata, e Matthew Broderick, un piccolo ladro di nome Philippe, che li aiuterà a superare i terribili ostacoli che li dividono. Nella storia si alternano scene epiche tra paesaggi mozzafiato, combattimenti corpo a corpo ed anche piccoli siparietti divertenti (i monologhi di Philippe che tenta di giustificare alla propria coscienza le sue malefatte), ma è l'amore che domina su tutto, nelle struggenti parole e negli sguardi dei due innamorati Navarre e Isabeau.

La trama: Philippe Gaston, un ladruncolo detto "Topo", è finito nelle carceri del perfido Vescovo d'Aguillon (John Wood), ma riesce a fuggire in modo rocambolesco. Inseguito senza tregua dai suoi carcerieri, riuscirà a salvarsi grazie all'incontro con un misterioso cavaliere, che metterà in fuga gli inseguitori con l'uso delle armi. Quel cavaliere è l'ex capitano della guardia di Aguillon, Etienne Navarre, tornato in città per vendicarsi del Vescovo. Egli è accompagnato da un inseparabile falco. Da quel momento i destini del piccolo ladro e del cavaliere si uniranno in questa straordinaria avventura. Durante un pernottamento in una vecchia fattoria, Philippe si accorge di un fenomeno stranissimo: al calar del buio, compare ai suoi occhi una splendida donna incappucciata e accompagnata da un grosso lupo e contemporaneamente Navarre sparisce insieme al suo falco. Alle prime luci dell'alba, la donna ed il lupo svaniscono e ricompare Navarre con il falco. La cosa si riperterà anche nei giorni successivi. Durante uno scontro armato, sia il cavaliere che il suo falco vengono feriti, ma Navarre vuole che Philippe salvi la vita dell'uccello piuttosto che la sua, portandolo nel castello diroccato di un vecchio prete, Imperius (Leo McKern). È qui che il piccolo ladro scopre la verità: Navarre e la sua amata Isabeau sono vittime di una terribile maledizione per la quale lui di giorno ha sembianza umane mentre lei si trasforma in un falco, di notte lei ha sembianza umane mentre lui si trasforma in un grosso lupo nero, "sempre insieme, eternamente divisi". La maledizione è stata lanciata contro i due amanti dal Vescovo d'Aguillon, innamorato anch'egli della bella Isabeau, ma che, essendo stato da lei respinto, non ha esitato ad invocare le potenze degli Inferi. C'è solo un modo per sciogliere il tremendo incantesimo, cioè affrontare il prelato "in un giorno senza la notte ed in una notte senza il giorno". Cosa vorrà significare? Riusciranno Navarre e Isabeau, con l'aiuto di Philippe e del prete Imperius, a sconfiggere il Vescovo e poter vivere finalmente il loro amore?

Il film ha i suoi momenti più commoventi nell'istante che i due amanti si trasformano, tentando di toccarsi nella frazione di secondo che li vede entrambi nelle loro sembianze umane. Mi torna alla mente l'episodio dove il lupo/Navarre precipita in un lago ghiacciato e viene salvato da Philippe, a rischio della propria vita, aiutato da Imperius e sotto lo sguardo disperato di Isabeau. Appena il lupo, con accanto Isabeau, riprende i sensi, sorge l'alba: avviene la trasformazione, per un attimo i due amanti sembrano potersi toccare, ma è la solita illusione. L'urlo di dolore di Navarre, mentre il falco/Isabeau spicca il volo, è il simbolo della sofferenza dell'uomo innamorato. A mio avviso il film è molto coinvolgente perché moderno nella caratterizzazione dei personaggi a dispetto dell'ambientazione medioevale, Michelle Pfeiffer è bellissima e Rutger Hauer è l'eroe forte, romantico e determinato che ogni donna vorrebbe avere al suo fianco. Indovinatissimo il personaggio di Philippe Gaston, con un giovanissimo Matthew Broderick in stato di grazia, così come quello di Imperius, il vecchio saggio che conosce i segreti per sconfiggere il perfido Vescovo. Piccola critica: la colonna sonora, realizzata da Alan Parsons, mi sembra eccessivamente "elettronica" per un film del genere e forse sarebbe stato meglio qualcosa di più morbidamente acustico. Questo ovviamente per i miei gusti, ciò non toglie che LadyHawke resti un capolavoro del cinema romantico di tutti i tempi.


Titolo: LadyHawke
Anno: 1985
Durata: 121 min.
Interpreti principali: Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer, Matthew Broderick, John Wood, Leo McKern
Regia: Richard Donner
Musica: Alan Parsons

Miglior prezzo del DVD: 9,90 euro

Habanero Red Savina, peperoncino piccante

L'estetica del Piccante


Uno degli hobby di mio marito è la cura dell'orto. Egli vi dedica buona parte del suo tempo. Uno dei suoi principali problemi è che, dove abitiamo adesso, non abbiamo un orto! Viviamo in un appartamento al secondo piano dotato di ampi balconi ed uno di questi, il più ampio e il più soleggiato, è diventato il suo orto. Grazie all'ausilio di vasi dalle svariate dimensioni, ha ridotto questo balcone ad una specie di "giardino pensile". All'inizio è partito con piccole piante di spezie (maggiorana, salvia, origano, ecc…), poi ha continuato con colture sempre più impegnative: prezzemolo gigante, basilico a foglia d'insalata (con foglie enormi, che usa per fare il suo prelibato pesto alla genovese), tappeti di erba cipollina, foreste di borragine. Ma il suo orgoglio sono senza dubbio i peperoncini. Era partito con la qualità classica, poi ha man mano arricchito le sua collezione con le varietà "Tondo Calabrese", "Ammazzo" (piccoli peperoncini grandi come piselli, a grappolo, piccantissimi a suo dire), l'"Habanero Yellow" (giallo, bellissimo), fino alla vetta, raggiunta quest'anno con la coltivazione del peperoncino bianco ("Habanero Bianco"), di cui ignoravo l'esistenza. Ma a mio avviso, il più bello è senza dubbio L'Habanero Red Savina.

Originarie del Centro America, tutte le varietà di peperoncino erano sconosciute in Europa fino alla scoperta di Cristoforo Colombo, ma presto furono importate nel vecchio continente insieme ad altri ortaggi (pomodori, patate, mais, ecc…). Inizialmente utilizzate a scopo ornamentale, furono successivamente usate per conservare gli alimenti e come spezia a buon mercato (con il nome di "Pepe d'India") in sostituzione del pepe comune, allora costosissimo. La sostanza che determina la "piccantezza" dei peperoncini è la capsaicina ed i gradi di piccante delle innumerevoli varietà sono catalogate in una graduatoria chiamata "Scala Scoville", in cui al primo posto risulta la capsaicina pura e all'ultimo il peperone comune dolce. L'Habanero Red Savina, della famiglia delle "Solanacee", specie "Capsicum Chinense", è di un piccante da Guinness dei Primati (577.000 unità Scoville). Il ciclo completo dura circa 90 giorni, ma spesso, con le dovute cure, anche oltre. La pianta ha steli e foglie larghe color verde brillante, può raggiungere un'altezza di 70 cm, ha fiori bianchi e una buona produzione di circa 30/40 bacche a pianta, il frutto si presenta di superficie irregolare ed una colorazione che muta dal verde brillante al rosso intenso e brillante quando maturo. Il profumo è particolare, differente dal peperoncino classico, molto intenso.

Io, non mangiando piccante, non ho condiviso subito questa passione. Poi un giorno accadde che, per il forte vento che fece cadere a terra alcuni vasi, mio marito pensò di portare in casa le piante di peperoncino alle quali teneva di più, quelle delle varietà più rare. La sera ricevemmo degli ospiti che rimasero stupefatti dalla bellezza di tali sgargianti arbusti, con peperoncini dalle svariate forme, dimensioni e colore. Soprattutto l'Habanero Red Savina attirò molto l'attenzione delle mie amiche, che mi chiesero i semi per poterla coltivare a loro volta. Alla fine ne staccarono alcune bacche a testa, dietro raccomandazione di mio marito di maneggiarle con una certa cura durante l'apertura. Insomma, non avevo mai preso in considerazione la funzione "estetica" della pianta di peperoncino, che fino a quel momento avevo affidato solo a piante grasse (le mie preferite), alcune sempreverdi e ad i classici gerani. Da quel giorno mi faccio sempre preparare qualche bel vaso da mettere sugli altri balconi o sulle scale, i visitatori ne restano sempre visibilmente colpiti. Unica accortezza: attenti ai bambini, non fateli avvicinare alle bacche!

Per mio marito resta principale la funzione alimentare del peperoncino, che preferisce consumare fresco (quando disponibile), ma che conserva anche in svariati modi per utilizzarlo nei mesi invernali. Vi lascio con alcuni suoi consigli sui metodi di conservazione, nel caso siate come lui appassionati di piccante a tavola. Ciao!


CONSERVAZIONE DEL PEPERONCINO:
IN POLVERE: il modo migliore di conservare e utilizzare il peperoncino è di seccarlo al sole e macinarlo con tutti i semi. C'è da aggiungere solo il consiglio di conservare la polvere in vasetti di vetro chiusi ermeticamente e sistemati in un luogo asciutto. In questo modo lo si ha sempre a portata di mano per condire le pietanze.
COLLANE O TRECCE: si infilano dai gambi con ago e filo e si fanno seccare al sole. Arredano con colore la cucina e sono sempre pronti all'uso. È il sistema più diffuso e più pratico.
SOTT'OLIO: si conservano sott'olio sia freschi appena raccolti, sia secchi, a proprio gusto interi o spezzettati. Dopo una quindicina di giorni, l'olio diventerà rosso e potrà essere utilizzato. Un consiglio: consumarlo entro tre/quattro mesi dalla preparazione e non rimboccarlo man mano che si consuma. A contatto con il peperoncino, l'olio aumenta di acidità e può provocare disturbi allo stomaco.
CONSERVA: si mettono in pentola, assieme, peperoncini e pomodori. La proporzione è di 4 a 1, cioè quattro parti di peperoncini e una parte di pomodori. Si fanno bollire assieme e si tolgono dal fuoco quando i pomodori sono cotti. Si passa tutto nel passaverdura e si stende la conserva in un grosso piatto lasciandola seccare per mezza giornata. Infine bisogna sistemarla nei vasetti con sopra un filo di olio. Basterà un cucchiaino di questa conserva per insaporire i sughi, le salse ed ogni tipo di pietanza.
SOTTO ACETO: una volta raccolti i peperoncini, aprirli e farli asciugare al sole per una giornata, poi sistemarli nei vasetti e coprirli di aceto. L'aceto si insaporirà e potrà essere utilizzato lasciando i peperoncini nei barattoli. Con l'aceto si possono ravvivare piatti di patate o legumi lessati, inoltre è ottimo per accompagnare i bolliti.
ALL'ACQUA: appena raccolti, i peperoncini vengono messi in vasetti con uno spicchio d'aglio, foglie di menta e molto sale coprendo tutto con acqua. Sono ottimi come condimento e si sposano bene con piatti di carne.


Prodotto: Habanero Red Savina
Costo sementi: 2,00 euro (su Ebay)

martedì 4 dicembre 2007

Pic Indolor CS 510 Misuratore di Pressione

Uno strumento per la tutela della vostra salute

Qualche mese fa abbiamo deciso di comprare in famiglia un misuratore di pressione automatico ed abbiamo scelto Pic Indolor Diagnostic CS 510. Questo misuratore è da polso, molto facile da usare e per questo ideale per una misurazione quotidiana. L'esigenza è nata dopo aver visto alcuni amici iniziare ad avere problemi di ipertensione sebbene in età piuttosto giovane. I problemi legati all'ipertensione sono tra i più comuni di quelli che affliggono l'uomo moderno, quasi sempre strettamente correlati a malattie cardiovascolari che sono tra le principali cause di morte nei paesi occidentali (ictus e infarto prima causa di decesso in Italia). Lo stress, il fumo e la caffeina vanno ad incidere in modo importante su una già preesistente predisposizione naturale all'ipertensione.

Ma cos'è la pressione arteriosa?
La pressione arteriosa è la pressione esercitata sull'arteria durante il flusso di sangue all'interno dell'arteria stessa. La pressione che si misura quando il cuore si contrae e pompa fuori il sangue è detta pressione massima o sistolica. La pressione che, invece, si misura quando il cuore si dilata e richiama il sangue al suo interno è detta pressione minima o diastolica. In base alle direttive dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), sono stati stabiliti diversi "range" entro i quali un soggetto può definirsi normale, iperteso o ipoteso. Il Borderline, ossia il soggetto a rischio di ipertensione (che deve monitorare spesso la sua pressione) ha valori che viaggiano tra i 140/160 per la pressione massima e 90/95 per la pressione minima. Oltre questi valori, il soggetto è iperteso.

Come funziona il CS 510?
Esso utilizza il metodo oscillometrico. Bisogna applicare il bracciale al polso sinistro, allacciarlo abbastanza stretto altrimenti i valori potrebbero essere falsati, con il palmo della mano rivolto verso l'alto e con anche il display rivolto verso l'alto. Il braccio deve essere posto sopra un piano all'altezza del cuore. A questo punto, premendo il tasto START, l'apparecchio comincia automaticamente a gonfiarsi. In tal modo il CS 510 determinerà la pressione arteriosa analizzandone le oscillazioni. Una volta misurata l'ampiezza e il gradiente delle oscillazioni della pressione, l'apparecchio visualizzerà la pressione massima e minima, misurando al tempo stesso la frequenza del polso. Il CS 510 è in grado di memorizzare fino ad un massimo di 90 valori misurati, ideale per chi deve seguire l'andamento della propria pressione regolarmente. Sull'ampio display troviamo il valore della pressione massima, della minima, la frequenza del polso, il numero della sequenza di memoria, e alcuni simboli che indicano quando le pile (semplici stilo misura AAA) stanno per scaricarsi. Inoltre verrà fornito di un cofanetto rigido dove riporre l'apparecchio, che così potrà essere trasportato senza traumi (ad esempio in viaggio).

Bene, sviscerato l'uso di questo aggeggio, che ci è sembrato da subito un ottimo acquisto, abbiamo scoperto che la mia pressione si aggira mediamente sui 130/80 e mi posso ritenere soddisfatta. Mio marito, che non fuma e non beve caffé (beato lui), è decisamente ipoteso: 100/60 la sua pressione standard e a volte va anche sotto… ma lui dice di sentirsi bene così! Per concludere: il CS 510 è un semplice apparecchio che però può rivelarsi un ottimo alleato per il monitoraggio della vostra pressione e non sarebbe affatto sbagliato averne uno in casa per tutelare la propria salute e quella dei propri familiari.


Prodotto: Pic Indolor CS 510 Misuratore di Pressione
Produttore: Artsana
Costo: 50,00 euro (su Ebay)